(Ordinanza del 7 giugno 2013)
Irrilevanti in questo caso le giustificazioni e i documenti prodotti dal contribuente in sede di contraddittorio
Gli studi di settore sono uno strumento utilizzato dall'amministrazione finanziaria per rilevare i parametri fondamentali di reddito dei professionisti, lavoratori autonomi e delle aziende.
Vengono creati mediante una raccolta sistematica dei dati che caratterizzano l’attività e il contesto economico in cui opera l’impresa, allo scopo di valutare la sua capacità di produrre reddito.
Vengono creati mediante una raccolta sistematica dei dati che caratterizzano l’attività e il contesto economico in cui opera l’impresa, allo scopo di valutare la sua capacità di produrre reddito.
L'ufficio delle imposte li usa quindi nell’accertamento cosiddetto induttivo.
Fino al 2009 lo studio di settore era uno strumento di accertamento praticamente infallibile. Era infatti sufficiente lo scostamento dagli standard della dichiarazione dei redditi a legittimare l'atto impositivo.
Fino al 2009 lo studio di settore era uno strumento di accertamento praticamente infallibile. Era infatti sufficiente lo scostamento dagli standard della dichiarazione dei redditi a legittimare l'atto impositivo.
Con la sentenza a Sezioni unite della Corte di cassazione n. 26635 del 2009, il campo di applicazione degli studi si è molto ridotto. Ora, infatti, il contribuente, presentandosi al contraddittorio con l'amministrazione e fornendo prove circa le peculiarità della sua attività e quindi del suo reddito rispetto al settore, può ottenere l'annullamento dell'accertamento.